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cos’è il coaching, secondo me

“I can’t remember your telling me anything! You were just there watching, and you got me watching myself closer than I ever had before.”

Questa è una citazione tratta dal libro ‘Il gioco interiore del tennis’ di Timothy W. Gallwey e secondo me è una descrizione esatta di cos’è il coaching e delle sue potenzialità. Il coach non dà suggerimenti, non è un consulente, non dice come fare, non è un formatore, non va a risolvere traumi del passato, non è un terapista. Il coach è qualcuno che può fornire nuovi punti di vista, nuove prospettive e che quindi apre nuovi scenari e nuove opportunità.

Nella citazione (che è il feedback che un allievo di tennis dà al suo istruttore) si legge ‘Non ricordo tu mi abbia detto niente! Mi stavi solo osservando e hai portato me ad osservarmi più attentamente di quanto avessi mai fatto’. Questa è la chiave di tutto: noi abbiamo una nostra forma mentis, un nostro modo di ragionare, un nostro sistema valoriale che, per quanto possiamo essere aperti e curiosi, ci farà vedere le cose sempre allo stesso modo, magari da più prospettive, ma mai da tutto i possibili punti di vista. Per vederne altri ci serve una mente che non sia la nostra.

Questo si traduce in una potenzialità dirompente di idee creative che a loro volta portano a massimizzare i nostri risultati in tutto ciò che facciamo, dal lavoro alla vita privata, dalla crescita personale a quella professionale.